mercoledì 8 gennaio 2014

LE STREGHE DI MANDRINGA.....VOLTERRA STREGATA


IL NOSTRO CAMPING LE BALZE e LE STREGHE DI MANDRINGA
Oggi vi voglio parlare del nostro Camping Le Balze che sorge sulle Balze, immensa e suggestiva voragine che svela la storia della terra volterrana, e in particolare, della leggenda che avvolge il sottostante masso di Mandringa. All'apparenza sembrerebbe d'imbattersi in un semplice blocco di pietra, in realtà al suo interno c'è un'apertura che conduce ad una fonte dove, ai tempi, durante il giorno, donne e ragazzi vi attingevano acqua animandola di chiacchiere e giochi. Da quella fonte usciva l'acqua più limpida di Volterra così come descritto da D'Annunzio, “Chi sciacqua le lenzuola alla Docciola, convien che l'acqua attinga alla Mandringa” “Era però il sabato notte, poco prima che l’orologio di Piazza scandisse la fine di un altro giorno, un fruscio lento e rabbrividente penetrava l’aria già greve e pregna di zolfo, seguito da un brusio che, sempre più marcato ed intenso, faceva da macabro preludio alla vorticosa danza delle streghe. Le donne e i ragazzi ascoltavano terrorizzati nel dormiveglia le voci stridule e sghignazzanti delle streghe e, quando il lugubre stridio della civetta e il lamentoso miagolio dei gatti annunciavano l’arrivo di altre entità malvagie, neppure gli uomini avevano il coraggio di uscire di casa. Sull’orlo delle Balze, un’altra notte di tregenda si stava consumando in onore del Principe delle Tenebre, ai piedi delle antiche mura, fra il sacro tempio dei Patroni e il diruto cenobio dei Camaldolesi”.Così descrive Franco Porretti in “Volterra magica e misteriosa” . E ancora viene raccontato di come

Se fu facile per San Barbato abbattere il secolare Noce di Benevento e disperdere cosi le migliaia di streghe che vi si davano convegno, le difficoltà che avrebbe incontrato a Volterra sarebbero state tanto sovrumane da fargli perdere la speranza di poter sfrattare da Mandringa le malefiche allieve di Satana che schiamazzando vi si radunavano la notte del sabato. Un conto fu tagliare l’albero, per quanto maestoso, e costruire sulle sue radici una chiesa; un altro conto invece sarebbe stato distruggere quell’enorme masso che si staglia possente verso il cielo, sulla strada di Badia, avvolto nell’edera, nei rovi e nella madreselva.”

Ancora oggi trovandosi di fronte a quel masso e pensando a queste leggende, improvvisamente, vi sentirete correre un brivido lungo la schiena.

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